The Dear Hunter - Act IV : Rebirth in Reprise


TITOLO:  Act IV : Rebirth in Reprise

ARTISTA:  The Dear Hunter

GENERE:  Progressive Rock, 
Baroque Rock

ANNO:  4/09/2015

PAESE:  U.S.A 
       
ETICHETTA:  
Equal Vision Records



Sono passati 11 anni da quando, nel 2004, con la prima demo, Casey Crescenzo cominciò a narrare il suo racconto. Siamo arrivati all'autunno inoltrato della storia, diventata capitolo dopo capitolo una rock opera a tutti gli effetti. Riprendiamo le vicende del Caro Cacciatore, divenuto uomo e veterano di guerra, di ritorno dall'orrore e dalla perdita, diretto verso La Città, luogo maledetto e corrotto, alla ricerca di nuovo inizio e di una rinascita, concettuale e simbolica.
Act IV : Rebirth in Reprise è appunto una rinascita, Casey Crescenzo riprende in mano il progetto dopo la pausa lunga 6 anni.
Act. III aveva rappresentato una svolta nella composizione, rendendo l'album molto più versatile, arzigogolato e maturo rispetto ai precedenti. Forte dell'esperienza fatta anche con The Color Spectrum (2011) e Migrant (2013), unici due album esterni al concetto principale, e con la collaborazione della Awesome Orchestra, da vita all'album più complesso, pittoresco e ambizioso, dedicato alla vita del Caro Cacciatore.
Rebirth apre l'album. Le voci degli Oracoli, con un coro a cappella, riprendono la narrazione, mentre l'orchestra fa il suo ingresso in punta di piedi, ma decisa a dimostrarsi colonna portante dell'album. Il singolo A Night in the Town anticipa l'uscita dell'album, mostrando l'alto livello dell'intera opera, essendo un perfetto esempio di complessità compositiva. Il secondo singolo, Waves, si ammanta di sinfonia dalle tinte pop, unendo la freschezza e ricchezza del primo, alla facilità d'ascolto del secondo. L'ultimo singolo è Wait, penultima traccia dell'album, dal tono epico e fatalista.
Crescenzo mostra un'incredibile estro artistico e grande intelligenza, ponendo tantissima cura e delicatezza nella scrittura (sia musicale che testuale) e negli arrangiamenti, dimostrando tutte le sue capacità, attraverso un ragguardevole spettro di generi e stili presenti nelle composizioni. Ripesca vecchi brani, scartati dalla sessione del terzo atto (onde evitare di essere troppo prolisso), e li rimaneggia donando loro nuova forza. Riesce ad inserire molti richiami musicali dagli Atti precedenti, senza però cadere nell'autoglorificazione. Delicatezza, questa è la parola giusta.
L'Orchestra sinfonica, forte di una solida scrittura, arricchisce enormemente i brani, donando un'incredibile atmosfera fiabesca. I suoni puliti e chiari di una produzione saggia, innalzano l'opera permettendo di assaporare ogni singolo ricciolo sonoro, regalando all'ascoltatore nuovi suoni
a ogni nuovo ascolto. Le quindici tracce, mai troppo lunghe, sanno scandire bene il ritmo della storia, senza rischiare di essere verbose o ripetitive.
Act. IV è un album pacato, che sa prendersi i suoi tempi. Si racconta attraverso liriche ispirate, sviluppandosi in generi congrui ai temi trattati, senza ristagnare, mantenendo un'anima progressiva. Un ottimo esempio di unione tra musica e scrittura narrativa.
Vengono toccate tutte le corde emozionali, passando da momenti concitati, a momenti di calma e raccoglimento. Non si ha fretta, non si fanno corse tutte d'un fiato, ma non si langue nemmeno.
Le sonorità, l'espressività della voce di Casey Crescenzo, che scandisce testi stracolmi di sentimento, danno vita ai protagonisti della storia, comunicando facilmente la complessità emotiva di ogni traccia. La ricerca delle melodie mai banali e sorprendentemente orecchiabili, unite ad atmosfere immersive, riescono a catturare l'attenzione dell'ascoltatore casuale, suggerendo, immediatamente, di stare ascoltando la narrazione di una storia.
La passione immessa rende Act. IV un album capace di arrivare a tutti. Nonostante sia oramai giunto alla porte del suo finale, non smette di elevarsi, raggiungendo il suo apice.
Ouroboros (mitologica figura del serpente che si morde la coda) chiude l'album con una notevole spinta, non in termini di ritmo, ma di impatto, arrivando ad una svolta nella trama, tingendo il suo finale di nuove sfumature e aprendosi così al suo ultimo atto.
Act IV Rebirth in Reprise è un album pittoresco, stratificato, avvolto da un manto di drammatica fatalità, la cui barocca e fascinosa aura ammalia e irretisce chiunque lo ascolti per la prima volta, finendo per conquistarlo del tutto, al nuovo ascolto.

P.s. Piccolo consiglio per massimizzare l’atmosfera: ascoltatelo durante un pomeriggio autunnale piovoso, magari con una bevanda calda e una bella ragazza, ma non troppo bella, altrimenti poi vi distraete.

-          Molkolm Lheuk Willznor

VOTO
 Felicità questa sconosciuta 9 /10

Track List :
Rebirth (2:51)
The Old Haunt (4:36)
Waves (4:12)
At the End of the Earth (5:16)
Remembered (3:50)
A Night on the Town (9:00)
Is There Anybody Here? (6:42)
The Squeaky Wheel (4:35)
The Bitter Suite IV and V: The Congregation and the Sermon in the Silt (5:40)
The Bitter Suite VI: Abandon (5:32)
King of Swords (Reversed) (5:07)
If All Goes Well (4:41)
The Line (3:37)
Wait (3:20)
Ouroboros (5:25)

Line Up :
Casey Crescenzo - Voce, Piano, Chitarra, Chitarra acustica, Organo, Sintetizzatori, Percussioni, Composizione, Arrangiamento e Produzione
Nick Crescenzo - Batteria e Percussioni
Rob Parr - Chitarra, Chitarra acustica, Cori, Piano, Organo
Nick Sollecito - Basso
Max Tousseau - Chitarra, Sintetizzatori


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