Burn After Me - Aeon
TITOLO: Aeon
ARTISTA: Burn
After Me
GENERE: Modern
Metal
ANNO: 2016
PAESE: Italia
ETICHETTA: Nuvi Records
Il 23
Settembre i Burn After Me rilasciano ufficialmente il loro nuovo full-lenght
dal titolo “Aeon”, un concept album incentrato sulla nota opera di Dante
Alighieri “La Divina Commedia”.
Osservando
l’artwork con il suo notevole impatto allegorico, il sentore di trovarsi di
fronte una produzione di altissimo livello è forte.
Un
sospetto davvero ben fondato, perché ancora una volta il Made in Italy non
delude e ci propone una perla davvero come poche.
Essendo
un concept album rispetta anche alcuni canoni tipici della Commedia, infatti il
disco è diviso in tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso e, in ognuno di
queste tre parti, la band ha dato la propria visione di questo mondo spirituale
fatto di peccato e redenzione. Possiamo affermare che si tratta del viaggio
spirituale e filosofico, del concetto di peccato, pena e perdono divino secondo
la band.
Ulteriore
caratteristica che aggiunge quel tocco di classe che manca in tante produzioni
è il senso di omogeneità del lavoro proposto anche dal punto di vista musicale
e del ritmo.
Come
l’opera del poeta era ritmata seguendo lo schema delle terzine in endecasillabi,
così i Burn After Me propongono la loro personale metrica in ogni parte del
loro viaggio immaginario verso la salvezza spirituale, cosa che si traduce in
una esplosione di variazioni di ritmo a seconda delle vicende narrate, idea
audace quanto basta a garantirsi il massimo dell’interesse necessario
all’ascolto.
Ovviamente
non si tratta di un fac-simile della Divina Commedia, infatti le tracce non
seguono lo schema classico delle cantiche dantesche; il viaggio parte da
Cocytus, il Cocito, il lago ghiacciato dei traditori, la zona più fredda
dell’Inferno perché spazzata dalle nere ali di Lucifero.
Ad
accoglierci in questa glaciale traccia troviamo un forte impatto Ambient che
trasporta l’ascoltatore in una trance
mistica per poi spalancare le porte dell’Inferno vero e proprio, infatti con un
crescendo sempre più forte il brano esplode in tutta la sua poderosa potenza.
Come
detto, non bisogna aspettarsi un complesso di fasi standard, l’utilizzo di
tempi dispari e cambi di ritmo sono frequenti e ben eseguiti.
Sono
dinamiche già notevolmente assaporate ed apprezzate nei ben noti Meshuggah,
ergo possiamo dire che il genere dominante è il Djent (nonostante per Djent si
intenda uno specifico modo di suonare chitarre accordate in tonalità basse ed
utilizzando il palm muting, dunque non un vero e proprio genere musicale).
Essendo
quindi il Djent un campo estremamente tecnico è molto facile commettere errori
e rendere il lavoro un’accozzaglia di suoni; questo per fortuna non accade,
tutti i musicisti fanno il loro lavoro con una cura maniacale per i dettagli
supportati da un growl davvero notevole e molto ben gestito.
La
seconda traccia “Chasm”, che significa letteralmente “abisso” inizia anch’essa
con una piccola introduzione Ambient; l’uso massiccio di una tastiera con un
effetto di coro fa pensare molto al Power, ulteriore sfaccettatura di questo
disco di notevole impatto, infatti a detta degli stessi membri della band non
fanno distinzioni di genere o stile, fanno semplicemente la loro musica. Ed è
proprio ciò che fanno, rendendosi così quasi non catalogabili, tranne che per
alcune dinamiche dominanti.
La
tecnica è altissima e dal Djent si sposta al Death mantenendo un approccio
tendente al Progressive.
Non c’è
bisogno di parlare delle qualità tecniche dei musicisti: essendo essi del tutto
superiori alla media rendono superfluo ogni accenno; è di obbligatoria menzione
però la diversità di sfumature delimitabili in poco meno di quattro minuti di
brano, una sfida non da poco perché, come in un piatto di classe composto da
molti ingredienti, sbagliare la dose seppur di poco di questo o
quell’ingrediente rende immangiabile il piatto, invece ogni componente è ben
bilanciato e calibrato al secondo creando una catena davvero robusta che fa da
conduttrice al brano.
La terza
traccia “Phlegethon” ci immerge per l’appunto nel fiume Flegetonte: il livello
tecnico continua ad alzarsi, a prendere in prestito dinamiche da molti generi
musicali senza rispettarne uno in particolare. Brano molto vicino ai Mechina
come interpretazione, ma senza la componente Tech propria del duo spaziale.
Tutto cambia
passando al Paradiso: a questo punto ci si aspetterebbe cori e ballad, insomma
un calo sotto ogni fronte, tuttavia i Burn After Me ci stupiscono con una riduzione
dell’aggressività, passando ad un andamento che possiamo ricondurre facilmente
per scelte armoniche al Progressive Metal come viene inteso dagli Opeth. Senza
calare minimamente il livello, aggiungono una linea di cantato pulito molto
vicino all’Alternative e al Nu come concezione, ma davvero funzionale ai fini
del disco rivelando una poliedricità davvero insospettabile. Non ci sono quindi
particolari menzioni d’onore, tutti i componenti della band si sono guadagnati
le loro medaglie combattendo per la redenzione e facendo proprii diversi
concetti musicali alle volte estremamente distanti fra loro, trovando quindi un
collante dove altri avrebbero preso un paio di elementi e composto un lavoro
magari gradevole ma di nessuna innovazione.
Ed è
proprio l’innovazione il pezzo forte di “Aeon” che, facendosi carico di un
concept non proprio semplice da riproporre in maniera originale, ( la Divina
Commedia è stato riproposta sia in teatro sotto le spoglie dell’opera teatrale “From
Hell To Heaven” che dai Metamorfosi, negli album come “Inferno” e “Paradiso”). La
musica è quindi satura di riferimenti e concept su dato argomento, ma questa
band nostrana ha saputo prendere atto delle proprie capacità
tecnico/compositive e con maturità comporre una introspettiva visione di un
argomento già ragionato forse da troppe menti.
Ogni
componente fa il suo dovere e contribuisce ad accrescere il valore di questo
full lenght che si avvale di un buon lavoro di post produzione.
Marco "Artic"
OTTIMO
Track List :
1.
Cocytus
2.
Chasm
3.
Phlegethon
4.
Lustful
5.
Head Bowned
6.
Sewn Shut Eyes
7.
Right Fit
8.
Chaste Kiss
9.
Beatrix
10. Fixed Stars
11. Angels
12. Empyrean
Line Up :
Roberto Frigo: Vocals
Niccolò
Dagradi: Guitar
Simone
Folino: Guitar
Jacopo
Scopel: Bass
Luca
Peruzzotti: Drums
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