Marnero – Il Sopravvissuto
TITOLO: Il Sopravvisuto
ARTISTA: Marnero
GENERE: Post Hardcore / Screamo
ANNO:2013
PAESE: Italia
ETICHETTA: Sangue Dischi
Piccolo incipit per contestualizzare
la band. I Marnero nascono nel 2009
dalle ceneri di una band storica per l’hardcorepunk/screamo italiano: i Laghetto, di cui hanno fatto parte il chitarrista e cantante,
nonché principale autore dei testi/musica, e il batterista. La solfa non
cambia; lo stile, il genere e la violenza sonora sono praticamente gli stessi e
non è un male.
“Perché non sai mai cosa sei, e non sai mai cosa vuoi. Non vuoi mai cosa
sei e non sei mai cosa sei.
E se pensi che ormai non sei più tu, allora non sei mai stato tu.”
Inizio così la recensione di questo
secondo capitolo della “Trilogia del
Fallimento” dei Marnero, composta
per l’appunto da tre dischi differenti ovvero: “Naufragio Universale” (2010), “Il
Sopravvissuto” (2013) e “La Malora”
(2016). Le liriche dei dischi fanno incetta di riferimenti alla vita e proprio
per comprenderli al meglio consiglio l’ascolto consultando i testi perché,
purtroppo, la post produzione del disco non è delle migliori e fa perdere quasi
completamente la possibilità di ascoltare le parole in altro modo. Nonostante
ciò, nella Trilogia è ben chiara la
trama di fondo, che si delinea con il naufragio del protagonista nel primo
disco, la sua sopravvivenza nel secondo e l’arrivo in una locanda nel terzo. Non
vi aggiungo altro perché non ho intenzione di recensire la Trilogia nel suo
complesso, ma soltanto il secondo disco, “Il
Sopravvissuto”, che è quello che preferisco in assoluto nonché fulcro della
storia e zeppo di riferimenti alla vita.
Ogni qualvolta mi ritrovo a parlare
di un disco che ho amato nella sua interezza (composizione, liriche, idee di
fondo e originalità) non riesco mai ad essere oggettivo e stavolta non ci provo
nemmeno, perché voglio consigliarlo e cercare di stimolarvi all’ascolto di un
qualcosa che non potrà non lasciarvi un attimino spaesati alla fine
dell’ascolto, portandovi inevitabilmente alla riflessione. Consumate l’album,
fate in modo da capire i testi, fateli vostri, create un personale punto di
vista!
L’artwork è bellissimo e, a mio
avviso, rende già pienamente l’idea della tematica dell’album: la sopravvivenza
dopo un naufragio.
Addentriamoci nell’ambito musicale
anche se, in una cornice testuale di questo spessore, diventa quasi marginale.
I Marnero creano un vero e proprio muro sonoro, non disdegnando sin dal primo
brano un sound crudo e duro che rappresenta un violento schiaffo per
l’ascoltatore che si troverà faccia a faccia con la rabbia del “Sopravvissuto”,
il quale ha appena perso tutto ciò che aveva.
Evidente e forte è l’alternanza di
riff hardcore ben composti e passaggi strumentali cattivi e veloci al punto
giusto in cui Raudo (il vocalist) grida la propria disperazione, a momenti più
pacati che corrispondono alle parti più riflessive del protagonista, che sembra
quasi voler rompere la quarta parete e rivolgersi a chi lo sta ascoltando,
vomitandoci nelle orecchie la sua rabbia immanente. Alle composizioni del disco
collaborano la grandissima Lili Refrain
(ascoltate la sua discografia perché è bellissima) e quel pazzo furioso di Nicola Manzan unico membro della one man
band “Bologna Violenta”.
I testi, come già detto più volte,
sono il vero fulcro di tutta la “Trilogia
del Fallimento”, contengono continui parallelismi e riferimenti alla vita e
al fallimento costante ed immanente dal quale è difficile scappare perché sarebbe
un costante “fuggire da se stessi”.
L’album si divide in quattro
quadranti, tutti coincidenti con un momento diverso del viaggio che il
protagonista intraprende per giungere alla terraferma. Il viaggio è metafora,
anche qui, della vita:
·
Primo
quadrante: il protagonista si sente disperso dopo aver visto il proprio
funerale, perciò decide di tornare verso casa, un rifugio mentale, che non ha
idea di dove sia, non riconoscendosi e avendo perso ogni convinzione e volontà.
Il dubbio è l’unica certezza che ha, perciò si mette in viaggio verso la
ricerca di sé stesso, provando a darsi, per la prima volta, le risposte che ha
sempre ricevuto da altri.
“Ti giuro, non vedo a un palmo dal naso, ma vuoi mettere la soddisfazione
a procedere accaso?
Che il vuoto è principio immanente, volendo fondare la causa sul Niente
come se non ci fosse un domani. Come infatti non c’è!” Cit. da “Come se non ci fosse un domani”.
·
Secondo
quadrante. Il protagonista naviga da un quarto di Luna. Rivede tutti i propri
fallimenti nelle scelte sbagliate e nelle possibilità mai colte (massa d’acqua
chiamata Possibile sotto forma dell’irrealizzato). I sensi di colpa, i
rimpianti e rimorsi si fanno più forti dentro di sé (demone detto Postfestvm),
ma Il Sopravvissuto, trascorso questo momento di disperazione, continua il
viaggio perché sa di non avere altra scelta. Il secondo quadrante è zeppo di
metafore e parallelismi che trasudano poetica e capacità immaginifica perciò,
ancora una volta sottolineo l’importanza della lettura dei testi.
“Il Possibile è il limite mobile di ciò che io sono disposto ad
ammettere, in questa notte in cui l'Irreversibile mi regala la possibilità di
cercare il mio mare, di non tornare più indietro e andare un po' più in là.”
Cit. da “(Che non sono mai stato)”
·
Terzo
Quadrante: trascorre un altro quarto di Luna e seppur il protagonista sia
riuscito a superare alcuni dei propri traumi, si ritrova ad affrontare la
propria inettitudine nell’aver preso decisioni sbagliate e/o aver scelto di non
scegliere, facendosi scivolare addosso la sua stessa vita (Demone Antefestum
che si nutre di illusioni, speranze, paure e presagi). Il Sopravvissuto ricorda
ciò che ha imparato durante il naufragio:“Se
tu sarai capace di stare senza attesa, vedrai cose che gli altri non vedono”
e prosegue il viaggio dentro sé stesso, decidendo di non seguire alcuna rotta,
lasciandosi indietro tutte le paure che, fino a quel momento, non gli hanno permesso
di vivere.
“La volontà piega il destino, ma non il caso, ma non il caos. Ma non è
questo il caso.”
Cit. da “Prologologia”.
·
Quarto
Quadrante: il protagonista decide di prendere le redini della propria vita che,
fino ad allora, era stata condotta da altri senza che egli opponesse mai
resistenza. C’è la Luna Piena ed Il Sopravvissuto è arrivato al porto di Zonguldak; seduto sul molo si accorge di
non avere identità e un posto in cui rifugiarsi. Decide di reinventarsi e di
non uccidersi, perché non ha più niente da perdere avendo già perso tutto, così
distrugge la scialuppa di salvataggio e si rimette in viaggio senza una meta,
rischiando e provando, per la prima volta, l’ebbrezza della libertà.
“Io sono il sopravvissuto, sono quattro non uno. Sono pieno a metà e non
mi aspetta nessuno.
Un compatriota dell'inesistente, un contemporaneo di Niente.”
Cit. da “Zonguldak”.
“Il mare c'era prima del Tempo, e
prima che il Tempo fosse diviso in tre parti: il passato come colpa, il
presente come redenzione e il futuro come salvezza; perché il Tempo è solo una
relazione e non esiste: nessuno può vivere nel passato, nessuno può vivere nel
futuro, il Sopravvissuto di ieri è morto e il Sopravvissuto di oggi muore nel
Sopravvissuto di domani.”
-Diario di Bordo del Sopravvissuto.
In questa frase è spiegato alla
perfezione lo scopo del viaggio del protagonista, che
parte non avendo certezze e un passato disastroso ma si accorge di avere un
presente in cui è libero di scegliere e di reinventarsi e un futuro in cui
affermarsi. Una metafora di vita, un consiglio per chiunque abbia perso la
rotta e voglia rimettersi in carreggiata. Gettate le bussole perché la vita è
nelle vostre mani, potete farne ciò che volete.
Hiraeth
IMPERDIBILE
Tracklist:
1. Come se non ci fosse un domani
2. (Come infatti non c'è)
3. Non sono più il ghepardo di una volta
4. (Che non sono mai stato)
5. Il porto delle illusioni
6. Prologologia
7. Rotta Irreparabile
8. Zonguldak
Line Up :
Sopravvissuto I - G.j. Ottone: batteria, wurlitzer, cori con le a
Sopravvissuto I - G.j. Ottone: batteria, wurlitzer, cori con le a
Sopravvissuto
II - Sartana Bidonde Sabata: chitarre, gatti
Sopravvissuto
III - B.Pastina: basso, synth, acustica, cori con le o
Sopravvissuto
IV - John D. Raudo: chitarre, ebow, voci
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