Pantera - Cowboys From Hell


TITOLO: Cowboys From Hell

ARTISTA: Pantera

GENERE: Groove Metal

ANNO: 1990

PAESE: USA

ETICHETTA: Atco Records




Cowboys from hell: You see us coming

Vincent Paul Abbott e suo fratello minore Darrell Lance Abbott erano due ragazzi come tanti: con la passione per la musica e il sogno di suonare in una band di successo, la loro band, i Pantera. I due ragazzi texani avevano un gruppo di riferimento, i Van Halen, poiché, oltre ad entusiasmarli come band, si rispecchiavano in quei due fratelli, Alex ed Eddie, i quali erano riusciti a scalare l’Olimpo del Rock. Esattamente come nei Van Halen, uno dei due fratelli, Vincent, che da ora chiameremo Vinnie Paul, faceva il batterista, mentre l’altro, il più virtuoso, ovvero Darrell, che prenderà il nome d’arte di Dimebag, era il chitarrista. L’entusiasmo tra i due c’era eccome, come il talento (Darrell vinse numerosi tornei per chitarristi solisti ancora prima di compiere la maggiore età, in uno dei quali vinse la sua prima chitarra modello ML, poi diventata la sua “prediletta”); purtroppo, ciò che mancava era il giusto indirizzo per trovare il genere che avrebbe permesso loro di dare sfoggio appieno delle proprie abilità. Ci provarono a scalare le classifiche, buttandosi sul genere Hair e Glam Metal, sulla falsariga dei propri idoli, pubblicarono ben 4 album, ma nessuno di essi ebbe il successo sperato. Il tutto cambiò a inizio anni ’90: il mondo del metal è in fermento, i Megadeth mostrano al mondo le abilità di Marty Friedman come chitarrista, i Judas Priest si preparano a pubblicare il loro album Painkiller e Metallica ed Iron Maiden stanno cambiando le loro sonorità, portando come conseguenza divisioni tra i loro fan. In questo contesto, i Pantera, anche su spinta del nuovo cantante che aveva prestato la sua voce all’ultimo album da loro pubblicato, Phil Anselmo, un ragazzo talentuoso e dal passato burrascoso, decidono drasticamente di invertire la rotta: dicono addio ai capelli cotonati, al trucco e ai brani di chiaro stampo Glam e decidono di tirare fuori le unghie della Pantera. Fondendo in uno stile unico, che all’epoca era difficilmente identificabile e che, successivamente, verrà definito Groove Metal, l’Heavy Metal dei JudasPriest, il Thrash Metal dei Metallica e degli Slayer e il Doom Metal dei Sabbath, i fratelli Abbott centrano finalmente il bersaglio, pubblicando Cowboys From Hell, il loro quinto album, il quale sarà subito un successo, facendoli da lì a poco suonare sul palco con gruppi del calibro di Ozzy o dei Metallica, decretando anche per loro, come per il Van Halen, un posto nell’Olimpo del Rock.

Le tracce dell’album

“Cowboys From Hell” parte dal brano omonimo: la prima cosa che l’ascoltatore sente è un riff veloce, del tipo a “spirale”, ovvero con le note che vengono “ripescate” dalla sezione prima, creando così un effetto “giravolta”, molto in stile Peterson dei Testament. Il riff incanta subito l’ascoltatore, tanto che persino gli Skid Row decisero di farsi affiancare dai Pantera nel loro tour di quell’anno proprio dopo essere rimasti ammaliati dall’intro di questo brano. Subito dopo parte la sezione della strofa, nella quale si può apprezzare cosa si intende per Groove Metal: Dimebag “appoggia” la voce suonando solamente la corda del Mi basso a vuoto, molto in stile Hetfield dei Metallica, e, con il supporto della batteria di Vinnie e del basso suonato da Rex Brown, crea un groove, un sound coinvolgente, che costringe chiunque abbia l’occasione di ascoltare il brano a battere quanto meno il piede a ritmo. Il ritornello si apre con la minaccia  di Phil che avvisa “You see us coming” e il gruppo risponde “And you all togheter run for cover”, chiuso dalla voce nuovamente di Anselmo “We’re taking over this town”. Ciò a cui il gruppo si riferisce è il fatto che mai nessuna band di origine texane aveva avuto prima successo a livello globale: i Pantera sono consapevoli delle proprie capacità e sanno che stanno creando un album che letteralmente li farà conquistare una ad una tutte le città che incontreranno sul loro percorso. Il solo di chitarra è chiaramente ispirato da Randy Rhoads, il leggendario chitarrista di Ozzy, di cui Dimebag era un fanatico: lo si può notare dall’ampio uso di legati e note fuori scala che tuttavia non stonano affatto.
Il brano successivo è “Primal Concrete Sledge”: la canzone ricorda molto le atmosfere sabbathiane dei primi album ma il tutto molto, molto più veloce, con l’intermezzo di chitarra con i velocissimi legati di cui Dime fa sfoggio.
Troviamo poi “Psycho Holiday”, la quale parla dell’abuso di alcool e droghe, di cui il gruppo faceva ampio uso, creando spesso dissapori tra i vari membri. Il brano è chiaramente ispirato dal Thrash Metal tipico di “Master of Puppets” dei Metallica, con riff potenti e ritmiche coinvolgenti. Eccezionale la voce di Anselmo in questo brano, nel quale riesce a passare da note alte a quelle più basse con grande disinvoltura.
La canzone che incontriamo successivamente, “Heresy”, si apre con una serie di armonici suonati da Darrell e accompagnati semplicemente dal fratello che tiene il ritmo sotto. Poi il brano sembra esplodere in tutta la sua energia: chitarra, basso e batteria si fondono creando un sound estremamente aggressivo, il quale accompagna Phil e le sue altissime note che sfiorano il falsetto.
Il brano seguente non ha bisogno di presentazioni: si tratta di “Cemetery Gates”, forse il brano più celebre del quartetto. La canzone venne ispirata dal suicidio di un’amica del cantante ma il brano venne scritto dal chitarrista, ugualmente colpito da quella tragedia. La canzone vede l’alternarsi di strofe melodiche accompagnate dalla chitarra acustica e il celeberrimo riff distorto con il ritornello aggressivo. Con queste caratteristiche non si può non pensare a “Fade To Black” dei Metallica, presente in “Ride The Lightning”, uno degli album preferiti in assoluto di Dime, facendogli probabilmente da ispirazione. Nel brano è presente uno degli assoli più belli e celebri di Darrell, un solo che cresce, passando da un inizio melodico e lento ad una parte quasi violenta con passaggi veloci. La canzone si conclude con il duetto chitarra-voce, con Phil che fa diversi acuti, e la chitarra che risponde con i famosi “pig-squeals”, divebomb in stile Dimebag.
Subito dopo si riparte alla carica con “Domination”: in questa canzone la band può dare sfoggio di tutte le sue qualità, con Rex e Vinnie che creano una ritmica potente, Phil che canta al pieno delle sue abilità e poi Dime, che pesta sulla sua chitarra con il celebre riff e conclude il brano con uno degli assoli più virtuosi della sua carriera, a lungo imitato da chitarristi di tutto il mondo, anche grazie alle particolari scale adoperate e i numerosi legati e pennate alternate.
“Shattered” è una canzone che ricorda molto lo stile dei Judas Priest, una delle band più amate dai Pantera, con un riff e un solo molto in stile Glenn Tipton, il guitar hero dei Priest. Anche la voce di Anselmo non può non ricordare quella di Rob Halford, che chiunque farebbe fatica ad imitare. Chiunque, tranne il cantante dei Pantera.
Arriviamo poi alla tripletta “Clash With Reality”, “Medicine Man”, “Message In Blood”. Questi tre brani sono nello stile Groove che si può ritrovare nel lavoro successivo della band, “Vulgar Display of Power”: mettono molto l’accento sulle ritmiche, sul sound completamente diverso dalle band Thrash viste fino a quel momento e presentano i soli di chitarra “spezzati” tipici dei lavori seguenti di Dimebag.
Il penultimo brano dell’album è la ballad “The Sleep”, che gira intorno al veloce arpeggio di chitarra, intervallato da breakdown di chitarra e basso. Pregevole è anche il solo di chitarra che completa il brano.
L’album si chiude con “The Art Of Shredding”, che si apre con una bellissima intro di basso di Rex Brown accompagnata poi da uno riff pieno di carica di Dimebag. La canzone poi si infiamma in un clima da pogata generale, tanto da diventare uno dei brani preferiti dai fan.

“Cowboys From Hell” è un punto di svolta per la musica Metal: è fortemente influenzato dal Thrash Metal, ma è già un passo avanti, mettendo le basi di generi come il Nu Metal, che mettono molto l’accento sulle ritmiche e che da lì a pochi anni avranno tanto successo. Inoltre i riff e i soli di chitarra di Dimebag presenti in questo album influenzeranno, e tutt’ora influenzano, tutti i chitarristi venuti successivamente, grazie al fascino che creano grazie alla loro elevata complessità e velocità d’esecuzione.

Andrea Carapellucci


VOTO 8/10

Track List :

- Cowboys from Hell;
- Primal Concrete Sledge;
- Psycho Holiday;
- Heresy;
- Cemetery Gates;
- Domination;
- Shattered;
- Clash with Reality;
- Medicine Man;
- Message in Blood;
- The Sleep;
- The Art of Shredding

Line Up :

- Vocals: Phil Anselmo;
-
Bass: Rex Brown;
-
Guitar: Dimebag Darrell;
Drums: Vinnie Paul.



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