Blut Aus Nord - Work Which Transforms God


TITOLO: The Work Which Transforms God

ARTISTA: Blut Aus Nord

GENERE: Post-Black / Avantgarde

ANNO: 2003

PAESE: Francia

ETICHETTA: Appease Me Records



La scena black metal francese, si sa, è ricchissima, numerose sono le band valide e innumerevoli i grandissimi album prodotti nella terra del brie (perdonatemi, adoro troppo quel formaggio). Dai Peste Noir ai Deathspell Omega, il black metal transalpino ha infestato il mondo con la sua musica malvagia e violenta, claustrofobica e ansiogena. Non da meno sono i Blut Aus Nord, in tedesco “sangue dal nord”, che hanno costantemente seguito un percorso di ricerca all’interno dei territori del black metal, cercando di realizzare opere sempre più criptiche (la trilogia “777” è l’esempio più lampante), tanto da non rilasciare mai le lyrics delle canzoni. La voce dei Blut Aus Nord, quello scream così malvagio e mefistofelico, non è più voce poetica, non è più una narratrice ma diventa semplice strumento, al pari delle chitarre, del basso o della batteria.

La loro indole sperimentale, ha spinto i Blut Aus Nord, nel 2003, a realizzare un’opera destinata a diventare immensa, un trattato di filosofia della musica nera: The Work Which Transforms God. Il lavoro che trasforma Dio. Il Dio a cui si accenna nel titolo non è, a mio avviso, il Dio delle religioni, o , almeno, non solo. Il Dio a cui si accenna nel titolo è la Musica. Spesso, nell’ambito dell’avantgarde, si è cercato di destrutturare la forma-canzone, come hanno fatto nel 2015 i Dødheimsgard con A Umbra Omega, in cui le singole tracce sono un pot pourri, una mescolanza di generi e stili assai diversi, rendendole molto eterogenee all’interno di loro stesse ma mantenendo una coerenza ed un’omogeneità nel corso dell’intera opera. I Blut Aus Nord, invece, dodici anni prima avevano voluto spingere l’acceleratore al massimo, estremizzando questo concetto: The Work Which Transforms God non demolisce la forma-canzone ma la forma-album.

Quello che si denota sin dal primo ascolto, infatti, è l’eterogeneità delle tracce, che sembrano appartenere a mondi diversi. Le canzoni sono molto diverse tra di loro e non sembrano avere un filo conduttore che le colleghi. Spesso ho letto su internet che The Work Which Transforms God è un album incoerente, in senso negativo. Certo, lo è, se ci si sofferma solo alla superficie. Tuttavia, se si guarda più a fondo (o, per meglio dire, ascolta), si nota che quest’album è coerentemente incoerente. Infatti, sono gli stessi Blut Aus Nord a dirci di ascoltare la loro opera da una diversa prospettiva, ponendo come traccia incipitaria “End”, una canzone ambient che vive di respiri tetri e inquinati, una di quelle composizioni capaci di far ammalare l’anima dell’ascoltatore. Già da questa decisione si evince che quest’album non va considerato come tale ma va oltre il concetto che tradizionalmente si ha di “album”. The Work Which Transforms God è un lavoro evanescente ed informe, così come lo è la band stessa. Un amalgama di sensazioni sgradevoli ed elementi musicali diversi tra loro: si passa, infatti, da canzoni puramente ambient ad altre in cui l’elemento doom la fa da padrone ad altre ancora che strizzano l’occhio al sound più tipicamente black metal. Ed ecco spiegato quell’ossimoro, “coerentemente incoerente”: l’intento della band era quello di realizzare qualcosa che trascendesse il limite imposto dalla definizione di un genere, i Blut Aus Nord volevano produrre arte astratta e concettuale unendo elementi molto diversi tra loro. Un album incoerente. Sì. Però coerente con la filosofia della band. In un’intervista, infatti, Vindsvall ha glissato su una domanda inerente l’appartenenza o meno dei BAN alla scena black metal rispondendo che “Blut Aus Nord è un progetto artistico, totalmente indipendente. Se si accetta di obbedire alle regole che riguardano un certo sound, stile, comportamento o approccio visivo o musicale si uccide ogni forma di creazione. Una scena musicale è un limite, l’arte, invece, è senza confini”.
Buon ascolto.

Federico “Tyst” Querin

VOTO 7,5/10
Track List :
- End;
- The Choir of the Dead;
- Axis;
- The Fall;
- Metamorphosis;
- The Supreme Abstract;
- Our Blessed Frozen Cells;
- Devilish Essence;
- The Howling of God;
- Inner Mental Cage;
- Density;
- Procession of the Dead Clowns.

Line Up :

- Vocals: Taysiah
-
Bass: GhÖst;
-
Guitar: Vindsvall;
- Drums: W.D. Feld.

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