Led Zeppelin - Led Zeppelin

TITOLO: Led Zeppelin I

ARTISTA: Led Zeppelin

GENERE: Hard Rock

ANNO: 1969

PAESE: Inghilterra

ETICHETTA: Atlantic Record




Il decollo del dirigibile:Led Zeppelin I e la sua storia
Siamo nel 1969,in Inghilterra. Abbiamo un ragazzo, un chitarrista venticinquenne, e una band. La band è quella degli Yardbirds, e il chitarrista si chiama Jimmy Page, ed è noto come session man. Ha collaborato con numerosi musicisti, ma ad un certo punto ha deciso di voler suonare in una band con la quale fare live. L’occasione giunge quando assiste ad un concerto della band di due dei suoi migliori amici: Eric Clapton e Jeff Beck, i chitarristi del gruppo. La band è quella già citata degli Yardbirds, e quella sera non hanno il bassista. Page non si fa scappare l’occasione, sale sul palco, e inizia ad utilizzare il 4 corde, sebbene non sia propriamente il suo strumento. Ma poco conta, l’importante è che sta avendo la sua occasione. Passa poco tempo e un bel giorno Clapton decide di abbandonare la band (da lì a poco avrebbe fondato i Cream), così Page viene “promosso” alla chitarra solista, in compagnia di Beck. Ma le cose non vanno come dovrebbero…Poco dopo, anche Beck e gli altri membri della band abbandonano il gruppo, lasciando così Page solo con il nome di Yardbirds. Siamo così tornati al punto di partenza. Abbiamo questo ragazzo e la sua band, ma non ha i musicisti con cui suonare. Ma il giovane Jimmy si rimbocca le maniche. Mette annunci sui giornali, e fortunatamente un bassista e pianista con cui aveva già collaborato, John Paul Jones, risponde ed entra nel gruppo (anche per far stare buona la moglie che lo accusava di essere un buono a nulla). Poi giunge a Page la notizia di un cantante straordinario, che vive facendo lavori saltuari, ma dalla voce molto potente. Si tratta di Robert Plant: Page, dopo averlo sentito all’opera in un locale, comincia a tartassare di chiamate il cantante, implorandolo di raggiungerlo. Ma il ragazzo continua a rifiutare. Accetterà solamente quando Jimmy lo andrà a prendere sotto il palco di peso alla fine di una serata in un bar. Ma Plant non viene da solo, porta con se un batterista, di enorme stazza, pare un orso: si chiama John Bonham, per gli amici “Bonzo”. La band è al completo. Page decide agli inizi di utilizzare ancora il nome Yardbirds, ma con l’aggiunta del prefisso “New”, ma poi, dopo un incontro con Keith Moon, il batterista dei The Who, il quale aveva affermato <<la tua band volerà in alto come uno Zeppelin>>,decide di cambiare il nome della band: da quel momento si chiameranno Led Zeppelin. Ora possono entrare in sala prove e dedicarsi alla registrazione del loro primo album. Si chiamerà Led Zeppelin, molto semplicemente, come il nome della band. Page è famoso per il suo “braccino corto”, come si suol dire, dato che pagava lui la sala di registrazione, mette fretta ai compagni. Dà loro una sola settimana di tempo. In quella settimana, la storia del rock cambierà per sempre.

LE TRACCE DELL’ALBUM:
L’album parte con un martellante accordo ripetuto. La chitarra continua a ripetere quel power chords, spaccando i timpani ed entrando nella testa dell’ascoltatore. Si tratta dell’intro di Good Times, Bad Times, e fa già capire a tutti chi siano i Led Zeppelin: non la solita band rock’n’roll, ma qualcosa di più “cattivo”, di più “rumoroso”: stanno mettendo le fondamenta dell’Hard Rock. Il brano gira intorno alla voce di Plant e la chitarra di Page, i quali trovano subito l’armonia perfetta. Jimmy, inoltre, tira fuori l’asso nella manica che per tanti anni aveva tenuto nascosto quando era un semplice session man e suonava più che altro ritmiche: la sua velocissima abilità d’esecuzione. Il solo che il chitarrista suona, e che accompagna la voce fino alla conclusione del brano, è per i tempi qualcosa di davvero rivoluzionario, un po’ come a fine anni ’70 fu Eruption di Eddie Van Halen. Il  brano seguente riporta la quiete: si tratta di Babe I’m Gonna Leave You, un brano struggente, un blues acustico intervallato da degli intermezzi di chitarra elettrica che danno la carica anche a un brano strappalacrime come questo. La terza traccia dell’album è You Shook Me, una cover, e non è di certo l’unica all’interno del disco. Spesso gli Zep sono stati accusati di plagio a causa della loro abitudine di coverizzare numerosi brani, ma bisogna considerare che era norma assai diffusa tra i musicisti blues “scambiarsi” i brani. Inoltre ricordiamo che Page metteva spesso fretta in sala prove ai compagni per risparmiare, e le cover erano ideali per “tappare i buchi” risparmiando tempo invece di creare brani ad hoc. Il brano successivo è Dazed & Confused, canzone “ripescata” dal repertorio degli Yardbirds. Il brano è caratterizzato da un riff di basso accompagnato da effetti sonori ottenuti da Page con la chitarra e l’effettistica da lui stesso messa a punto. Cosa che rende unico nel suo genere questo brano è il solo di chitarra, eseguito con l’archetto di un violino strofinato sulle corde. Questo solo veniva spesso allungato nei live, giungendo a durare persino 30 minuti. Arriviamo a Your Time Is Gonna Come: in questa canzone Jones ha l’occasione di mostrare la sua abilità all’organo, introducendo il brano e accompagnandolo anche dopo l’entrata dei suoi compagni. Interessante è il ritornello cantato in coro da tutta la band. Troviamo poi Black Mountain Side, un brano acustico, senza voce, nel quale Page dà sfoggio delle sue abilità di arpeggiatore. Subito dopo, riparte la carica adrenalinica che infiamma lo Zeppelin: Communication Breakdown, con il suo riff che sembra uscito da un album dei Metallica degli anni ’80, più che da quello di una band blues rock di fine ’60, spinge l’ascoltatore a fare qualcosa che per noi sembra così naturale, e che invece in quegli anni era qualcosa di “anomalo”: ovvero scuotere la testa, insomma, “pogando”. Come in Good Times, Page si scatena e mostra le sue abilità di chitarrista solista, eseguendo a grande velocità (per l’epoca) un grande solo di chitarra. Altro brano, altro blues, altra cover, questa volta di Willie Dixon, di cui Page aveva già coverizzato alcune canzoni in passato. I Can’t Quit You Baby è, nella sua semplicità, un grandissimo blues, e permette di assaporare la qualità della voce di Plant, il quale coinvolge l’ascoltatore e con i suoi acuti coglie tutti alla sprovvista. L’album si conclude con How Many More Times, con la batteria di Bonzo che apre assieme a un riff infuocato della chitarra di Jimmy. E’ un blues, si, ma più in stile Cream che in stile “delta blues”: l’uso della chitarra elettrica, la presenza di riff e solo di chitarra, l’effettistica usata in maniera smisurata, portano il genere blues ad un nuovo livello, quello del rock blues, che sarà il progenitore di tutti i sottogeneri rock.
Led Zeppelin I è una pietra miliare, un album che ogni buon appassionato di rock deve possedere o, quanto meno, deve aver ascoltato per intero almeno una volta. Non importa quale sia il genere preferito dall’ascoltatore, poiché esso troverà sempre almeno un brano in questo disco che lo appassionerà al punto tale da decidere di ascoltare anche gli album successivi del gruppo.

Andrea Carapellucci



VOTO 9/10
Track List :

01 – Good Times, Bad Times
02 – Babe I’m Gonna Leave You
03 – You Shook Me
04 – Dazed and Confused
05 – Your Time is Gonna Come
06 – Black Mountain Side
07 – Communication Breakdown
08 – I Can’t Quit you Baby
09 – How Many more Times



Line Up :

Robert PlantVoce, Armonica
James Patrick Page – Chitarra elettrica ed acustica
John Paul Jones – Basso, Organo
John Bonham – Batteria, Timpani

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